Biografia di Mainolfi Luigi

Luigi Mainolfi nasce a Rotondi Valle Caudina (Avellino) nel 1948. Nel 1972 tiene la prima mostra personale al Centro Arte Europa di Napoli. Espone anche allo Studio Oggetto di Caserta. Nel 1973 si reca a Torino, dove si stabilisce definitivamente, nel momento di definitiva affermazione del movimento dell'Arte Povera e della "nuova pittura" di referente analitico e astratto. Tra il 1972 e il 1976 orienta la ricerca verso la rappresentazione della propria immagine che, dopo lo sdoppiamento, viene pubblicamente frantumata. Si concentra sull' analisi del corpo e sul gesto, assumendo la performance come veicolo di espressione. Presenta calchi del proprio corpo in gesso, che lascia consumare nell’acqua o fa precipitare dall’alto al suolo. Nel 1979 recupera l’idea dell’artista demiurgo che plasma la materia come atto creativo, eseguendo Campana (1979-1980), grande scultura in gesso policromo costruita fisicamente a mano e destinata ad accogliere graffiti e scritture in forma di narrazione favolistica. Modellando la terra in modo organico e immaginifico, rievoca favole e leggende perdute. All’inizio degli anni ottanta è suggestionato dal movimento della Transavanguardia italiana, che prospetta il ritorno ad una pittura iconica, fatta di pigmenti e di figurazione. Opera con materiali poveri e naturali, come la terracotta, il gesso, la pietra lavica. Nel 1980 realizza Nascita di Orco ed Elefantessa, in cui affronta il tema del paesaggio con un linguaggio magico e incantato, manipolando la materia in forme antropomorfe e zoomorfe che alludono al ritorno ad una dimensione mitica. Fondendo il mondo fiabesco al suo patrimonio immaginario, esegue Giganti, Orchi, Centauri, oltre a ritratti, busti, rilievi e paesaggi. La materia, ovvero la terra, è intesa come luogo naturale di nascita della forma. È l’idea della forza primordiale della madre terra, dei vulcani ribollenti di materia germinale, dove prende forma il creato. Annota Flaminio Gualdoni: “…ciò che lo interessa veramente è instaurare un rapporto di profonda complicità con le materie, che gli permetta di riprodurre nel fare artistico gli stessi processi naturali, primari di generazione formale, quasi a volere carpire il segreto magico della nascita”. Partecipa alla XVI Triennale di Milano. Nel 1981 è presente alla XVI Biennale d’ Arte di San Paolo del Brasile. Realizza l’opera monumentale Alle forche P per la caserma dei Vigili del Fuoco a Monaco. Nel 1982 tiene la sua prima personale europea alla Galerie Appel und Fertsch di Francoforte. È invitato a Documenta 7 di Kassel e alla XL Biennale d’Arte di Venezia, dove espone Alle forche caudine (1981) e Stagnone (1982). La terracotta policroma assume un aspetto epidermico, spugnoso. Nel 1986 presenta la terracotta Il trionfo (Elefantessa) nella sezione “Sculture all’ aperto” della XLII Biennale d’Arte di Venezia. Partecipa alla XI Quadriennale d’Arte di Roma. Nel 1987 installa la scultura pubblica Colonna città nel Parc dèpartemental de La Courneuve in Francia. Compaiono anche elementi sonori e simbolici derivati da Campana, come i battacchi, le mazze da percussione, le nacchere-conchiglie, i tamburi, o come Sonagli e Campanacci, superficie concave e cave in grado di produrre suoni. I rigonfiamenti, le tumescenze e i pori si staccano dal tessuto, divenendo sfere (Sole mio, 1987), tuberi, radici e termitai (Montagne, 1985-1987). Negli anni novanta le superficie si trasformano in una sorta di pellicola o membrana vivente. L’epidermide si raffredda e si regolarizza nelle Città, monumentali strutture piramidali animate da piccole aperture a stampino, e nei Paesaggi (1994-1995) in ferro e rame, superficie modulate con lamelle sovrapposte che vibrano sotto la luce. Nel 1990 allestisce una sala personale alla XLIX Biennale d’ Arte di Venezia, nella quale espone Cittadòr (1987) e Sole nero (1988-1989) su scala ambientale. Nel 1992 inaugura Città per la città di Torino. Le principali mostre antologiche si tengono alla Galleria Comunale d’Arte Moderna di Bologna (1994), alla Galleria d’ Arte Moderna e Contemporanea di Torino (1995) e al Museo Civico di Napoli (1996). Nel 2001 l’artista è scelto come rappresentante dell’Italia per uno scambio tra Italia e Giappone. Espone al Museum of Contemporary Art di Sapporo, dove realizza per il parco Mainolfi swims in the water of Hokkaido e Colonne di Sapporo. Nel 2002 tiene due mostre personali rispettivamente presso la Galleria Otto Arte Contemporanea di Bologna e il Salone di Villa Romana a Firenze. Vive e lavora a Torino.