Renata Boero è nata nel 1936 a Genova. Il suo destino si decide con l’incontro di due grandi artisti: Felice Casorati e Emilio Scanavino. L’idea fondamentale su cui si innesta gran parte della sua opera futura è la scoperta dell’arte come sequenza, ritmo, racconto, idea già contenuta nelle scansioni delle opere di Scanavino, ma che le si fa chiara studiando i mosaici di Ravenna e il basso rilievo dell’Antelami a Parma. Terminata l’accademia opera come restauratrice presso Palazzo Rosso; ha così modo di approfondire la conoscenza dei colori, in particolare quelli tratti da sostanze naturali. Inoltre, liberando le tele dal telaio, e vedendole fluttuare, ha l’illuminazione decisiva. Sente cioè che il quadro, ogni quadro realizzato, è solo un minuscolo frammento di un’opera immensa, il cui soggetto è la stessa Pittura. Frutto di queste riflessioni è un ciclo di opere che prendono il titolo di Cromogrammi, inteso come grafia, grammatica del colore. La fascinazione per l’energia intrinseca nella materia del colore naturale non l’abbandona, e la ricerca continua con le Germinazioni. In questo caso l’accento è posto sull’energia espansiva della natura.