Annamaria Gelmi studia all’istituto d’Arte di Trento, all’accademia di Brera a Milano con Cantatore e all’ Accademia di Venezia con Saetti. Tiene la sua prima mostra a Trento alla galleria Mirana nel 1970. Usa materiali plastici come il plexiglas e il metacrilato realizzando opere di scultura e installazioni che giocano sulla trasparenza, altre con interventi a china su, grandi fogli di acetato, di figure geometriche elementari, che appese proiettano le ombre coinvolgendo lo spazio. Di questo periodo sono gli scritti di: U. Appolonio, S. Branzi, B. D’Amore, L. Serravalli, A. Veca; viene chiamata , inoltre, per mostre personali in diverse gallerie: Il Traghetto di Venezia, Pancheri di Rovereto, Studio SM13 di Roma, Arte Struktura di Milano, Tardy Enschede in Olanda, Indiano Grafica di Firenze e Spatia di Bolzano. Nel 1978 viene invitata per un soggiorno a Murano dove lavora il vetro con i maestri vetrai e realizza diverse opere. Nei primi anni Ottanta si allontana dal lavoro minimalista,essenzialmente bianco e nero per usare il colore. I lavori che connotano questo periodo sono memorie della storia, frammenti di architetture classiche, colonne, frontoni labirinti; tutti realizzati su carta Giapponese intelata. In questi anni scrivono di Annamaria: F. Gualdoni, M. Meneguzzo, G. Belli, D. Eccher, R. Barletta F. Gallo, F. Vincitorio. Inoltre viene chiamata per una personale da musei e gallerie: presso il MART a Palazzo delle Albere di Trento, Arte Centro a Milano, Intakt a Vienna, Spatia a Bolzano, Studio Foster a Milano, Palazzo dei Diamanti a Ferrara, Falaschi Passariano a Udine, Studio Argentario a Trento, Hofgarten ad Innsbruck in Austria. Negli anni Novanta le architetture diventano solo un segno, un richiamo simbolico; il colore è più forte e fa pensare lo spazio come condizione mentale di una visione diversa, ambigua e assoluta Realizza in questi anni le sculture- installazioni in ferro, pietra e ottone (Il giardino dell’altrove, Il labirinto, Mistero Sacro, Il giardino) 1995 realizza il libro” SKY LINE” presentato XLVI Biennale Internazionale di Venezia. Di questo periodo sono gli scritti di: G. Nicoletti, F. Gallo, C. Cerritelli, S. Zanier, R. Turrina, D. Collovini, E. Schloker, G. Bonomi, F. Gualdoni, V. Coen; e le personali nei musei e nelle gallerie: Goethe di Bolzano, Museo Tridentino di Scienze di Trento, Grigoletti di Pordenone, MART di Trento, Galleria Civica di Trento, Museion Intercolummnie di Bolzano, Museo Casa Bianca Malo di Vicenza, Rocca Paolina di Perugia, Cassa dei Carraresi di Treviso, Galleria Comunale d’Arte contemporanea “Ai Molini” di Portogruaro, Istituto Italiano di Cultura di Vienna.