Iginio Iurilli, nato di Gioia del Colle (Bari), studia a Roma dove frequenta l’Accademia delle Belle Arti. Conseguito il diploma di scenografia lavora per un anno presso lo studio di due architetti. Nel 1968 si trasferisce definitivamente a Bari dove insegna al liceo artistico e successivamente all’Istituto Statale d’Arte, nella stessa scuola che lo ha visto alunno. Durante i primi anni realizza scenografie per i teatri Petruzzelli e Piccinni di Bari. Quasi contestualmente comincia a dipingere movendosi nell’ambito della "Nuova figurazione", ponendo l’accento sulle tematiche ecologiche con particolare attenzione al degrado urbano ed extraurbano, suscitando subito l’attenzione della critica. In quel periodo è presente in diverse rassegne nazionali tra cui il "XXVIII Premio Michetti" e la "X quadriennale di Roma", nella sezione dedicata alle "Nuove generazioni". Nel 1977 decide di concedersi una pausa di riflessione dalla pittura cercando nuove forme espressive. Inizia così la sua ricerca sui giochi dell’infanzia come recupero delle tradizioni popolari e tra gli altri rivisita il gioco della cerbottana, dando vita a suggestive installazioni ludiche enfatizzando al massimo i cartocci realizzati con fogli di quaderno dipinti in modo informale. Iurilli varca così, definitivamente, la soglia dell’espressività bidimensionale della tela per entrare nella sfera tridimensionale della scultura. Dopo un lungo periodo di sperimentazione di nuove tecniche e materiali, realizza (siamo nei primi anni ’90) i primi bassorilievi in legno intagliato ricoperti di sale, di polvere di marmo o di sabbia di deserto e i grandi ricci.